Come Mint divenne famoso
Fra tutte le distro Linux di successo uscite negli anni, ce n'è una che deve la sua notorietà ad un fatto particolare.
Era il 2011 quando Ubuntu abbandonò Gnome per passare ad Unity. I puristi "Ubuntiani" non furono molto felici di tutto ciò e chi non era proprio in grado di digerire Unity decise di spostarsi verso altri lidi.
All'epoca, come oggi, le alternative non mancavano, ma la distro più gettonata del periodo fu Linux Mint.
Uscito abbastanza in sordina nel 2006, aveva ampliato negli anni il parco utenti, ma proprio con l'avvento di Unity su Ubuntu vide un'impennata dei download e delle consultazioni su Distrowatch.
Il sistema si basa su Ubuntu e ne condivide molte caratteristiche, si può scegliere tra quattro diversi ambienti grafici (e questa forse è una delle caratteristiche più interessanti): Mate, Cinnamon, Xfce e Kde, tutti più leggeri di Unity e di tipologia "vecchio stampo" maggiormente simi a Gnome 2.
Esiste inoltre una rolling distribution (ovvero una versione che si può aggiornare all'infinito) basata su Debian che offre anch'essa la possibilità di scegliere tra due ambienti grafici: Mate e Cinnamon.
Esprimendo un'opinione puramente personale, quelle poche volte che mi è capitato di usare Mint (specialmente in emulazione) l'ho sempre trovato molto interessante, abbastanza stabile (anche se la stabilità di Ubuntu secondo me è imbattibile), ha un diverso sistema di installazione delle applicazioni (ma comunque si può installare l'Ubuntu Software Center per far sembrare tutto un pò più familiare) e forse il sistema di aggiornamento che ti richiede la suddivisione tra aggiornamenti importanti e non risulta poco chiaro e può facilmente confondere.
Consiglio comunque di provarlo, anche solo dal Live CD o da chiavetta USB, o meglio ancora in emulazione (se non si vuole installarlo direttamente sul PC.

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