Di Ubuntu in Ubuntu
In questo post volevo parlarvi del sistema operativo di Canonical, illustrandovi le sue particolari caratteristiche e spiegandovi un po' come è nato il mio amore per esso.
Tutto è cominciato circa una decina di anni fa, avevo da poco acquistato il portatile nuovo e avevo a disposizione quello vecchio da usare per fare dei test e delle prove con sistemi operativi alternativi.
All'epoca ero legato a Windows al 100% ed ero alla ricerca di una sua versione "gratuita". Mi ero tuffato su Google alla ricerca di qualcosa che si avvicinasse anche lontanamente alla mia idea, ma prima di incappare in ReactOs (di cui ho parlato nel primo post pubblicato un mesetto addietro, qui linkato) ero stato sommerso da risultati relativi a varie distribuzioni Linux che si dichiaravano più o meno "Windows-friendly", una su tutte ricordo Linspire (precedentemente conosciuta come Lindows), progetto interessante che purtroppo ha interrotto lo sviluppo nel 2008.
Fra le altre varie alternative che mi erano state proposte, spiccava una distribuzione che aveva poco più di due anni, derivata da Debian, il suo nome era Ubuntu (Il nome è un termine in un dialetto nguni-bantu traducibile come "umanità verso gli altri". È un riferimento ad una filosofia di origine sudafricana che teorizza un legame universale di scambio che unisce l'intera umanità. cit. Wikipedia), era consigliata come la distribuzione Linux più user-friendly e meno traumatica per chi arrivava da Windows.
All'epoca era disponibile la versione 6.10 (Ubuntu ha un rilascio semestrale e la numerazione della versione si basa sull'anno e sul mese di uscita, 6=2006 10=ottobre), avevo scaricato l'immagine ISO e l'avevo masterizzata su un CD per poi installarla... quello fu il mio primo incontro con Ubuntu... e fu assolutamente disastroso... io, umile utente di Windows XP, mi ritrovavo totalmente incapace di capire il funzionamento di quel nuovo sistema... ed alla fine avevo deciso di abbandonare tutto.
E qui mi permetto di aprire una breve parentesi, per cominciare ad usare Ubuntu bisogna imparare a guardare tutto sotto una prospettiva diversa (ora con l'avvento di Android sugli smartphone, anch'esso derivato da Linux, il passaggio potrebbe essere meno traumatico, ma all'epoca mi sembrava veramente un sistema inutilizzabile) in primis bisogna dimenticarsi di cercare i programmi in internet, esiste l'Ubuntu Store dove vanno cercati i programmi... dimenticatevi di buona parte dei programmi che utilizzavate su Windows, ci sono dei programmi alternativi (è un po come i medicinali generici, cambiano i nomi ma i risultati son "quasi" sempre gli stessi, a volte anche migliori) già partendo da questo semplice principio diventa tutto più facile.
Io ci ho messo qualche anno in più per capirlo... è stato grazie a Nicola (un tipo che lavorava nella mia stessa azienda) che nel 2009 ho ripreso in mano il tutto. Parlandone un giorno con lui, che era utente Ubuntu da diverso tempo ormai, ho deciso di tentare un secondo approccio con la distribuzione di Shuttleworth.
All'epoca esisteva un programma che si chiamava "Wubi" che permetteva l'installazione del sistema senza dover mettere mani alle partizioni, semplificando di molto la procedura e limitando anche i rischi di far danni. Grazie a questo programma riuscii ad installare abbastanza agevolmente la versione 9.04 e testarla... rimanendone molto soddisfatto... nel giro di qualche giorno quindi ripartizionai il disco creando una partizione per Windows, una per Ubuntu, ed una condivisa per i dati (formattata in Fat32 per essere accessibile da entrambi i sistemi).
Da lì partì ufficialmente il mio amore per Ubuntu, un amore nato grazie alla sua affidabilità ed alla sua stabilità, che mi portò, nel giro di pochi anni, in primo luogo ad eliminare definitivamente Windows dal PC, e poi a provarne varie versioni (tra cui anche la derivata Xubuntu, basata sull'ambiente grafico XFCE, meno pesante da gestire per l'hardware rispetto all'ambiente grafico Unity predefinito in Ubuntu).
Penso comunque di poter dire, con relativa tranquillità, che le due versioni che mi han dato più soddisfazione siano state la 10.10 (che ho usato praticamente per tutta la durata del supporto, da ottobre 2010 fino a Maggio 2012) che è stata l'ultima versione con l'ambiente grafico Gnome prima dell'avvento di Unity, e la 12.04 che ho usato praticamente per due anni e mezzo (da agosto 2014 a gennaio 2017) la prima delle versioni LTS (supporto a lungo termine) ad avere una durata di 5 anni.
Voglio concludere questo post rivedendo i pensieri già esposti in un post di qualche tempo addietro (qui il link) relativo ai progetti futuri di Ubuntu che prevedono, a partire dalla versione 18.04, il ritorno all'ambiente grafico Gnome abbandonato nel 2010. Il ritorno a Gnome non può essere altro che positivo, visto che probabilmente andrà ad alleggerire il sistema, influendo anche sicuramente sulla stabilità... non ci resta che attendere l'anno prossimo per vedere se la storia mi darà ragione.
Commenti
Posta un commento